Sulla Luna ci vanno gli stronzi

(Questo è un racconto di fantasia, pertanto ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale)
Di Salvatore, in tutti i cantieri ce n'è uno. Almeno uno. Se non mi credete andate a controllare voi stessi e chiedete.
Noi, alla Edil Lampa, abbiamo il nostro: Salvatore Foresta è un ometto di sessant'anni magro, dalla carnagione scura, e dallo spiccato accento salernitano. Lavora e vive qui in Emilia da mezzo secolo ma continua a mantenere il suo accento, certe volte addirittura parla in salernitano stretto, nonostante in cantiere, tra tutti gli operai, lui sia il solo di origine campana. Non gli frega un cazzo degli altri a Salvatore. “Chemmenefrega a me!” Dice scocciato, quando gli faccio notare che dovrebbe adattarsi anche alla nostra, di lingua.
Salvatore è apparentemente un uomo senza interessi, ma quando lo si impara a conoscere - o si ha l'anomala fortuna di stargli accanto per un arco di tempo non breve - si scoprono i suoi due unici interessi: donne e alcolici.
Ogni tanto capita di vedere passare una bella donna in cantiere, solitamente lo attraversano quasi di corsa dato che, 'la bella fica', ha la capacità di fermare i lavori in corso e calamitare lo sguardo di ogni lavoratore. Si fermano tutti: intonacatori, posatori, manovali, piastrellisti. Se passa una donna tutto si ferma, stiamo muti fino a quando non scompare in lontananza. Poi, dopo, può anche partire qualche apprezzamento ricercato. Ma solo dopo.
Siamo mica animali.
Sono più di dieci anni che lavoro a fianco di Salvatore, e tutte le volte subito dopo che è passata una bella donna, la domanda che mi rivolge è sempre la solita: “Emanuè! T'ha facessi col mio?”
Le risposte a questa domanda sono sostanzialmente due: e no, col mio è meglio.
Rispondendo col , il più delle volte ricevo un complimento, una cosa tipo: “Bravo guagliò!”
Rispondendo col no, meglio col mio, invece, ricevo un brontolio di risposta, subito seguito dalla frase di senso compiuto: “col tuo bella figura di merda facciamo allora”.
Se la donna invece di essere bella è brutta, il cantiere si ferma comunque, ma i dialoghi cambiano leggermente. Per esempio, se alla domanda “t'ha facessi col mio?” si risponde affermativamente, lo scambio di battuta successivo è: “no, no, meglio col tuo va”.
Gli alcolici sono il secondo grande interesse di Salvatore. Gli è stata tolta la prostata a causa di un tumore e, allo stomaco, gli hanno chiuso ben due buchi, ma lui se ne sbatte, non rifiuta mai un bicchiere di qualsiasi cosa che abbia alcol al suo interno.
Spesso quando lo vedo ingollare vino o altro gli dico: “Salvatore, non bere che ti fa male! Non puoi bere con quello che hai avuto”.
“Fatti gli affari tuoi Emanuè! Poi chi cazz' t'ha detto a te che non posso bere?” Risponde prontamente.
Sua moglie gli ha vietato di bere, così lui alla sera, dopo il lavoro, raccatta qualche monetina , si ferma in un negozio di alimentari e compra il vino a più buon mercato disponibile. Al venerdì sera compra due bottiglie e le nasconde nel baule della sua fiat punto, poi alla sera, dopo cena, va giù in garage e si sbronza di nascosto.
Questa cosa a me mette una tristezza infinita, ma lui quando me lo racconta sembra esserne parecchio orgoglioso. Credo sia una strana rivincita che prende nei confronti della moglie 'maresciallo'.
Tutti i giorni Salvatore mi fa arrabbiare, sembra costantemente perso. Non ha ancora capito in che direzione bisogna muovere la livella per centrare la bolla, ha comprato una rotella metrica di marca americana che ha stampate due misurazioni, una in centimetri e l'altra in piedi, e spesso si sbaglia leggendo le misure. Quando taglia pannelli o tavole per armare un cassero riesce sempre a fare il taglio storto o a sbagliare la lunghezza di diversi centimetri. Ma lo teniamo lo stesso alla Edil Lampa, perché ha un dono: sa usare bene il badile. Come lo usa lui, non lo usa nessuno.
Quando sbaglia a fare un lavoro, cerco sempre di non arrabbiarmi troppo. Cerco di metterla in ridere dicendogli sempre la stessa cosa che, poi, è diventata un tormentone che tutti in cantiere hanno imparato a ripetergli:
“Salvatore, tu sulla Luna non ci andrai mai...”
“Sulla Luna? Che cazz' ci devo andare a fare sulla Luna? Sulla luna ci vanno gli stronzi”.

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